Esistono moltissimi strumenti che possono essere usati per misurare la temperatura di un ambiente, di un liquido, gas, oppure di una superficie e tutti prendono il nome di “termometro”, esattamente come quello che si usa a casa per misurare la febbre.

Ovviamente, però, non sono tutti uguali. Alcuni presentano una scala graduata lungo la quale si muove un liquido o del mercurio che si espande o ritira in base alla temperatura percepita. Altri, come i termometri digitali, permettono di leggere la temperatura rilevata comodamente in cifre su un display.

Nell’articolo di oggi abbiamo deciso di riportare qualche informazione utile sui termometri digitali industriali: come funzionano e come si usano. 

Un po’ di storia

Fino al 1940, non esistevano ancora i termometri industriali: per tutti i compiti venivano usati i normali termometri detti “a scala chiusa” che presentavano un tubo di vetro riempito di mercurio e una scala graduata. Una volta messo a contatto con una superficie, il calore faceva espandere il mercurio il cui livello segnava sulla scala graduata la temperatura rilevata.

Questi termometri, però, erano piuttosto fragili, quindi per anni scienziati e ingegneri hanno cercato il modo di sostituirli con strumenti più resistenti e, allo stesso tempo, in grado di misurare temperature anche più elevate.

Successivamente vennero inventati i termometri a quadrante che sono in grado di misurare la temperatura in base all’espansione di un gas inserito all’interno di un sistema di misurazione (azoto con il 5% di elio) o i diversi coefficienti di dilatazione termica di due metalli. Nei termometri a quadrante la temperatura viene mostrata con una lancetta che si muove su un quadrante. Anche loro, però, venivano ritenuti poco precisi.

Fu così che arrivarono i termometri digitali industriali che vengono tutt’ora impiegati in una moltitudine di settori in cui è fondamentale misurare temperature con grande precisione e, in alcuni casi, a distanza.

Funzionamento dei termometri digitali

I nostri termometri meccanici funzionano secondo il principio di espansione. In passato, i termometri industriali in vetro erano pieni di mercurio, mentre oggi viene usato un liquido di riempimento colorato a base di petrolio o acido benzoico. La risalita del liquido di riempimento nel capillare può essere misurata direttamente sul tubo capillare in vetro.

Nei termometri digitali, invece, la temperatura viene misurata da delle sonde che riescono a registrare la temperatura dell’ambiente in cui sono inserite o della superficie con cui entrano in contatto. Per farlo, si basano sulla resistenza elettrica.

Queste speciali sonde, poi, trasferiscono i dati a un apparecchio all’interno del termometro che è in grado di interpretarli e convertirli in segnali digitali. Questi permettono all’apposito display di mostrare la temperatura rilevata sotto forma di numeri. Esatto, il principio di funzionamento è lo stesso dei termometri usati per la febbre e di quelli per valutare la cottura delle bistecche.

I vantaggi dei termometri digitali

Rispetto ai termometri di vetro e a quelli a quadrante, i termometri digitali industriali presentano una serie di vantaggi.

Prima di tutto, l’uso di un termometro simile elimina completamente la possibilità di un errore di parallasse che avviene quando l’operatore non guarda la scala graduata o la lancetta dalla giusta angolazione e legge male i valori. Nei termometri digitali, la temperatura è scritta chiaramente in numeri.

Secondariamente, i termometri digitali riescono ad esse più precisi e a misurare intervalli di temperature maggiori rispetto ai modelli più antichi.

Infine, per effettuare misurazioni con un termometro digitale, non è necessario trovarsi a stretto contatto con fonti di calore. La sonda può trovarsi anche in un’altra stanza rispetto al display del termometro, l’importante è che sia correttamente connessa attraverso un cavo lungo e resistente. Di conseguenza, questi termometri contemporanei, permettono anche di diminuire gli infortuni e gli incidenti sul lavoro.