Woolrich e gli scatti di Paolo Ventura
Il brand americano Woolrich John Rich & Bros si sviluppa oggi in Europa e in Giappone e vuole, quindi, innovare i suoi prodotti e il suo stile.
Per questo motivo la strategia di comunicazione di Woolrich John Rich & Bros si basa su un vero e proprio racconto, affidato da tempo all’occhio di importanti fotografi, e punta a inserire il marchio in un contesto culturale, andando al di là della pura dimensione estetica. In questo senso va letta la scelta stessa dei fotografi, mai legati al mondo della moda ma sempre a quello dell’arte: Larry Fink, Bernand Plossou, Bill Owens, Douglas Kirkland, Masao Yamamoto, Broomberg & Chanarin. Negli anni questi artisti hanno traghettato il marchio, storicamente legato alla vita e al lavoro all’aria aperta, in un contesto più urbano e sofisticato.
In linea con questa idea narrativa gli scatti di Paolo Ventura, alla sua seconda campagna per Woolrich John Rich & Bros, lo interpretano in modo personale, calandolo in una dimensione senza tempo, densa di delicata poesia. Personaggi leggiadri e silenziosi popolano paesaggi assolati, appena suggeriti dal pennello, protagonisti di un quotidiano in cui la fiaba si mescola costantemente alla realtà.
Paolo Ventura
Nato a Milano nel 1968, Paolo Ventura vive tra New York e la cittadina toscana di Anghiari, dove ha trasformato il suo studio in un regno di meraviglie popolato da colorati pupazzi, strade ed edifici in miniatura. I suoi lavori sono stati esposti al MART di Rovereto, al Museum of Art and Design di New York, alla Maison Européenne de la Photographie di Parigi, al Museo Fortuny di Venezia, al Lowe Art Museum di Miami, alla Fondazione Forma per la Fotografia di Milano. Di recente è stato protagonista di un’importante personale al MACRO/Museo di Arte Contemporanea di Roma dove ha presentato Lo zuavo scomparso. Qui come in altri lavori Paolo Ventura non fotografa direttamente la realtà ma piccoli set ricostruiti in studio che illumina preferibilmente con luce naturale. L’uso di fondali dipinti e di oggetti per lo più recuperati gli permette di ricostruire paesaggi e personaggi più o meno fantastici, sempre al confine tra sogno e realtà.
Il campo dopo la pioggia –La natura si sveglia
Cessata la pioggia, la natura ci invita al viaggio. Con i primi, piacevoli tepori il cielo si apre alle rondini, il sentiero si profuma di fiori, gli abiti si fanno leggeri rendendo agevole il passo. La campagna si anima di esploratori fantasiosi e romantici, hanno atteso la fine dell’inverno per trasferirsi all’aperto portando con sé pochi strumenti del mestiere: una borsa da picnic, una macchina fotografica, un ombrello contro gli imprevisti o per volare lontano. È tutto quello che serve per trasformare una giornata di tarda primavera in un’affascinante avventura. Attraverso di loro, la storia si ripete, sempre uguale e sempre diversa, pronta per essere raccontata ancora una volta. È la storia di un marchio che si è fatto icona fondendo presente e passato.
La pineta – Il mare della Maremma
L’estate è arrivata e l’ombrello si fa schermo contro i raggi più caldi. Oltre la pineta, il mare della Maremma colma l’aria di un profumo pungente e rompe il silenzio col suono lieve delle onde. Sul sentiero, le farfalle offrono al viandante un volo breve e colorato, qualcuno suona una musica che invita al ballo, qualcuno va a pesca e forse accenderà un fuoco. I più coraggiosi abbandonano le scarpe e si incamminano scalzi verso la notte stellata…
La notte d’estate – Le lucciole e le stelle
La notte stellata è il sugello naturale di una giornata estiva, l’habitat privilegiato per i personaggi di questa storia, sempre in cerca di un dettaglio che muti in sogno il quotidiano. Alcuni sono a portata di naso e attendono solo di essere visti, come la luce fioca delle lucciole, altri, più lontani, catturerà il cannocchiale sulla volta celeste. Altri ancora sono già stati carpiti e nascosti in un fagotto che sarà aperto per i più fortunati. La notte è ancora lunga…
